La Regione Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza per siccità, proprio nel giorno in cui a Roma si è conclusa l’Assemblea nazionale di ANBI, incentrata sulla lotta ai cambiamenti climatici e sulle strategie da adottare per affrontare una delle crisi idriche più gravi degli ultimi 70 anni.
La richiesta, che si aggiunge a quella avanzata da altre cinque Regioni, è la dimostrazione plastica dell’attualità dei temi su cui i Consorzi di Bonifica e Irrigazione di tutta la penisola per due giorni si sono interrogati e confrontati con i decisori politici.
“La riunione annuale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione è stata un momento importante di incontro tra il sistema della bonifica, i rappresentanti del governo, delle istituzioni territoriali, del mondo della ricerca, della scienza e dell’economia – ha commentato Serena Stefani, Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, presente al summit romano con il vice presidente Leonardo Belperio e il Direttore Generale Francesco Lisi -. Nel corso della riunione sono emerse proposte strategiche per fronteggiare le criticità idriche che si presentano con sempre maggiore intensità e frequenza nel nostro Paese”.
“Al termine dei lavori abbiamo appreso della decisione del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani di dichiarare lo stato d’emergenza per crisi idrica. Consideriamo questo atto una prima utile tappa nelle azioni a contrasto della siccità”, aggiunge Stefani.
“In futuro dovremo agire d’anticipo. Non basta più tamponare le situazioni, quando queste si manifestano. Occorre una programmazione attenta: un piano preciso per riuscire a prevenire le emergenze, attraverso la realizzazione di opere e infrastrutture adeguate. Questo bisogno è particolarmente sentito in Toscana, dove l’irrigazione collettiva è poco sviluppata. Anbi ha presentato e consegnato nelle mani del governo il piano laghetti, che prevede la creazione di una rete di piccoli e medi invasi per la raccolta, lo stoccaggio e la restituzione delle acque. E’ uno strumento prezioso per l’agricoltura, la produzione delle energie alternative e la riqualificazione dell’ambiente. Il progetto interessa anche il comprensorio dell’Alto Valdarno. In questo territorio però va fatto ogni possibile sforzo anche per rendere disponibile alle imprese agricole l’acqua del Sistema della Diga di Montedoglio, realizzando i distretti irrigui necessari per l’agricoltura. Da parte del Consorzio c’è il massimo impegno ad intercettare, sul PNRR o altri strumenti nazionali e comunitari, risorse per lo sviluppo di nuove reti irrigue, anche ai territori che, fino ad oggi, non risultano serviti, partendo da quelli che hanno già a disposizione laghetti di compenso, realizzati da anni e ancora inutilizzati – commenta la Presidente -. Fondamentale in questo percorso sarà l’apporto della Regione Toscana. Contiamo infatti che venga confermato e implementato il fondo di rotazione, introdotto di recente, per finanziare la progettazione delle infrastrutture irrigue. Con questo strumento, il nostro ente e l’intero sistema della bonifica potranno concorrere in modo più competitivo ai bandi, che si renderanno via via disponibili”.