Un piccolo e innocuo corso d’acqua oggi, ma nel dicembre 2019 il borro dell’Abetina, che scorre lungo la comunale della Sella, in località Bagnoro, nel comune di Arezzo, ha mostrato tutta la sua terribile furia.
La straordinaria violenza con cui la pioggia si è abbattuta su questa zona del capoluogo, infatti, ha causato un crollo dell’argine: franata l’opera di difesa, l’acqua del torrente si è riversata nel reticolo di acque basse ed è andata ad invadere tutta l’area circostante, allagando strade, garage e scantinati.
Un disastro ancora ben impresso nella mente di chi ha vissuto il drammatico evento meteorologico.
Proprio quell’evento ha creato una criticità emersa con il taglio della vegetazione.
L’intervento di manutenzione ordinaria curata dal Consorzio 2 Alto Valdarno, infatti, ha mostrato l’urgenza di una terapia aggiuntiva per il borro dell’Abetina: la riprofilatura dell’alveo per curare il dissesto arginale che ha interessato la sponda adiacente alla strada comunale della Sella.
“Preventivamente è stato eseguito il taglio delle alberature ed è stata rimossa la vegetazione infestante, poi, vista la situazione, è stata ripulita l’intera area per rendere possibile l’intervento, autorizzato dalla Regione Toscana, settore Genio Civile Valdarno Superiore – spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, responsabile del Consorzio 2 Alto Valdarno per la zona aretina -. In particolare, lo scavo dell’alveo è stato effettuato manualmente e con l’ausilio di un piccolo mezzo d’opera, per permettere il pieno rispetto delle geometrie esistenti. Con la terra opportunamente compattata, inumidita e lavorata in strati è stata poi ripristinata la struttura spondale sinistra, su cui si era registrata la rottura”.
“Un intervento indispensabile per restituire la necessaria funzionalità al corso d’acqua e per mitigare il rischio idraulico della piccola frazione”, aggiunge la Presidente del CB2 Serena Stefani e conclude: “Ci accorgiamo sempre più spesso di quanto la manutenzione ordinaria sia fondamentale per portare alla luce criticità importanti che, se non sanate tempestivamente, potrebbero trasformarsi in severi fattori di rischio per il territorio”.