L’operazione di restyling anche quest’anno è partita dal centro della città, dalle aree più densamente popolate e dove insistono i maggiori insediamenti urbani, produttivi e commerciali.
I primi cantieri infatti il Consorzio 2 Alto Valdarno li ha aperti sui torrenti Castro e Bicchieraia e sugli affluenti a monte del tombamento e nella zona a sud-ovest del capoluogo, dove è prevista la manutenzione del Fossatone, del Sellina e dei relativi affluenti.
Operai e macchine sono al lavoro sul Torrente Vingone nei tratti a monte di Via Leonardo Da Vinci.
Inoltre è in partenza la “terapia” studiata per i corsi d’acqua localizzati a Pieve al Toppo, Badia al Pino e Tegoleto, mentre sono già a buon punto gli interventi che interessano le aste che attraversano Olmo, Madonna di Mezzastrada, Policiano e tutte le zone colpite duramente dall’evento alluvionale del 27-28 Luglio 2019.
Nelle prossime settimane ulteriori lavorazioni sono programmate in prossimità degli abitati sul Rio Grosso, sul Rio di Rigutino, sul Rio di Vitiano e sui rispettivi affluenti.
Restano ancora sotto esame le aree di Marcena, Giovi, Ponte alla Chiassa, a nord della città.
“Come ogni anno, le priorità sono state individuate dai tecnici del Consorzio, in seguito ai sopralluoghi e tenendo conto delle segnalazioni di amministratori comunali e cittadini, che rappresentano preziosi alleati per mettere a punto una strategia di difesa idrogeologica sempre più mirata e puntuale”, spiega Serena Stefani, Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno. “Voglio rassicurare coloro che ci stanno indicando nuove criticità: in questo momento è in fase di realizzazione il piano delle attività 2020, proposto dall’ente e approvato dalla Regione Toscana all’inizio dell’anno. In contemporanea il Consorzio sta lavorando alla redazione del piano 2021, che terrà conto delle situazioni segnalate in questi mesi: saranno inserite tutte quelle giudicate strategiche ai fini della funzionalità idraulica del reticolo”.
“L’operazione annuale di manutenzione ordinaria prevede il contenimento della vegetazione per eliminare eventuali ostruzioni al deflusso dell’acqua e per individuare la necessità di ripristino di eventuali dissesti, di mantenimento delle difese spondali, di risagomatura delle sezioni idrauliche. Nell’occasione si valuta l’eventuale necessità di procedere alla e rimozione e allo smaltimento di materiale vegetale (tronchi, ramaglie, accumuli localizzati ecc.) depositato in alveo durante piene precedenti o del materiale flottante”, spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, referente di zona del settore difesa idrogeologica del CB2. E aggiunge: “Nel centro di Arezzo, l’attività è più complessa e richiede lavorazioni “speciali”. Ci sono infatti molti tratti dove alveo e sponde non possono essere raggiunti con i macchinari, per la condizione di precarietà delle stesse sponde o per la presenza di infrastrutture in adiacenza all’alveo, di manufatti e di edifici. In questi casi, occorre procedere in modo manuale con personale munito di attrezzature adeguate”, spiega l’ingegner Lanusini. “Non solo. Per il taglio di alcune alberature ritenute pericolose a causa del loro precario stato di salute o perché localizzate in modo da interferire con infrastrutture e opere idrauliche, si dovrà ricorrere all’ausilio di piattaforma aerea o alla tecnica del tree-climbing”.
Insomma, non sarà inconsueto imbattersi in “operai volanti” o in “squadre a piedi” per assicurare una adeguata strategia di prevenzione del rischio idraulico in territorio aretino.
L’operazione prevede interventi per 900.000 euro, organizzati in una decina di lotti, che complessivamente andranno ad interessare oltre 150 km di corsi d’acqua compresi principalmente all’interno del perimetro del Comune di Arezzo ma che andranno a toccare anche il territorio dei vicini comuni di Civitella in Val di Chiana, Monte San Savino, Marciano della Chiana, Laterina Pergine V.no, Castiglion Fibocchi, Capolona, Subbiano e Castel Focognano.