I grossi massi rotolati in alveo staccandosi dal costone sovrastante, nel tempo, si erano trasformati in un minaccioso pericolo idraulico per il fosso di Campitello, nel comune di Poppi.
Le dimensioni e la quantità del materiale presente in località Becarino, infatti, rischiava di ostruire il corso d’acqua con possibili pesanti conseguenze per le famiglie che vivono in zona.
Pensare ad un suo spostamento è apparso fin dall’inizio estremamente complesso. Impossibile in particolare pensare di impiegare mezzi meccanici tradizionali, per allontanare i massi incastrati tra le abitazioni e il pendio montano.
Dopo una serie di valutazioni ecco la soluzione inedita, che ha portato ad un intervento a dir poco spettacolare, ma soprattutto a una soluzione efficace, rapida e dai costi ambientali e operativi più contenuti: il ricorso ad un martello demolitore pneumatico, infatti, ha permesso di ridurre nelle dimensioni il materiale direttamente sul posto per essere successivamente utilizzato nella sistemazione dei gabbioni presenti nel tratto, che necessitavano di un profondo restyling.
“Per la sistemazione del corso d’acqua sono stati investiti complessivamente oltre 25.000 euro: è questa la somma che ha permesso di portare a termine il taglio della vegetazione e il ripristino di alcune briglie e difese di sponda a protezione dell’abitato di Becarino”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi del Settore Difesa Idrogeologica del Consorzio e referente di zona.
“Il Fosso di Campitello ha carattere prevalentemente montano. Prima di raggiungere il Fosso Roille e l’Arno, nella piana di Strumi, attraversa Becarino, dove vivono alcune famiglie e dove è ancora visibile il vecchio Mulino. Briglie e difese di sponda in gabbioni incanalano le acque provenienti dal versante Est del Pratomagno verso il Molino e verso la confluenza nel Roille. La forza dell’acqua nel tempo aveva reso instabili le opere idrauliche presenti. Le abbiamo individuate e verificate una ad una e, dove era necessario, siamo intervenuti per rincalzarle e rinforzarle. Il singolare intervento programmato per liberare l’alveo da alcuni massi rotolati dal costone sovrastante conferma inoltre la delicatezza e la complessità degli interventi di bonifica montana, indispensabili e preziosi per la mitigazione del rischio idraulico anche nel fondovalle: un’attività su cui il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno sta investendo molte attenzioni e risorse”, commenta la Presidente Serena Stefani.