Con il rallentamento forzato delle attività umane la biodiversità ha riconquistato i suoi spazi.
Così durante il lockdown, nel corso dei sopralluoghi di routine su fiumi e torrenti, i tecnici dell’ente hanno registrato uno straordinario arricchimento, per quantità e diversificazione, dell’habitat naturale: un valore su cui il Consorzio ritiene necessario e urgente lavorare e investire.
Con la fase 2 del COVID-19, insomma, il CB2 ha così deciso di andare oltre e di approfondire le tematiche ambientali, studiando nuove modalità per una gestione più “dolce” degli interventi di manutenzione ordinaria necessari a conservare i corsi d’acqua in efficienza.
“La battaglia quotidiana del Consorzio si combatte sul reticolo idraulico gestito per conto della Regione Toscana. Oltre 6.000 km di aste da conservare liberi da ostacoli che potrebbero rallentare il regolare deflusso e con opere di difesa capaci di assolvere alla loro funzione: un impegno che deve essere garantito dodici mesi l’anno, principalmente attraverso lo sfalcio dell’erba e il diradamento della vegetazione. Solo in questo modo è possibile tenere sempre monitorata la situazione e intercettare eventuali elementi di pericolo da eliminare: improvvisi franamenti, presenza di tane di animali, rotture di argine…. che potrebbero compromettere la tenuta del reticolo e aumentare il rischio idrogeologico”, spiega la Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno Serena Stefani.
Il problema? E’ riuscire a coniugare gli interventi di manutenzione ordinaria programmati annualmente con il PAB (acronimo del piano delle attività di bonifica, strumento operativo predisposto dal Consorzio e approvato dalla Regione Toscana) con la salvaguardia degli ecosistemi fluviali.
“La sensibilità ambientale che permea da sempre la nostra attività di difesa idraulica – ribadisce la Presidente – si è rafforzata in seguito alla valutazione dell’effetto lockdown sulla fauna che popola i corsi d’acqua. Di qui, in perfetta sintonia con le direttive impartite dalla Regione Toscana attraverso l’adozione della delibera 1315/2019 per il contenimento della vegetazione in alveo, abbiamo ritenuto opportuno trovare sistemi di intervento più dolci e meno impattanti”.
L’ingegner Serena Ciofini, responsabile del settore difesa del suolo al CB2 aggiunge: “Interrompere la manutenzione ordinaria in modo radicale e prolungato, nel periodo compreso tra marzo e giugno, non è compatibile con l’obbligo di garantire la sicurezza idraulica, ma è comunque indispensabile individuare un modus operandi adeguato, per tutelare la “vita” del fiume e in particolare l’avifauna nidificante, soprattutto nel periodo più delicato della riproduzione. Attraverso un apposito studio, metteremo a fuoco le soluzioni operative più rispettose degli ecosistemi fluviali”.
Lo studio porterà ad elaborare un manuale di buone pratiche da applicare in tutto il comprensorio.
Per ogni cantiere, in particolare per quelli che si apriranno nell’intervallo compreso tra marzo e giugno, sarà il Direttore Generale ad indicare i metodi “soft” da applicare per procedere con le lavorazioni previste dal piano delle attività annuale e coniugare la tutela della sicurezza idraulica con le direttive per la protezione e conservazione dell’ecosistema toscano, fissate con delibera regionale n. 1315/2019.