Brutta sorpresa per i frutteti della Valdichiana, impegnati nottetempo a combattere il gelo a pochi giorni dalla Pasqua.
Il termometro nella notte è precipitato di diversi gradi sotto lo zero. Così per proteggere gemme e fiori dal ghiaccio è stato necessario attivare da parte delle aziende il sistema antibrina per la cui alimentazione il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno aveva predisposto e programmato la necessaria fornitura dell’acqua.
L’acqua di Montedoglio, insomma, è stata utilizzata per tentare di salvare ancora una volta produzioni e raccolti dal freddo intenso, che rischia di mettere ko gli impianti e di azzerare le produzioni: un pericolo reso sempre più concreto e reale dai cambiamenti climatici.
Negli ultimi anni infatti l’utilizzo dell’acqua per contrastare gli effetti delle repentine e intense escursioni termiche in piena stagione vegetativa è diventato una consuetudine nel distretto frutticolo più importante della Toscana.
Il problema? E’ che solo le imprese agricole servite dai distretti irrigui gestiti dal Consorzio hanno potuto utilizzare la risorsa.
“Di recente abbiamo sollevato con forza il paradosso della diga di Montedoglio, chiedendo dotazioni finanziarie e normative adeguate per completare il sistema irriguo, al servizio di un territorio dove l’agricoltura chiede acqua non solo per difendere le colture dalla siccità ma anche dal freddo fuori stagione”, spiega il Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Francesco Lisi.
La dimostrazione concreta è arrivata la notte scorsa. Quando, per la prima volta dall’inizio 2023, nelle imprese agricole sono stati aperti gli impianti che, oltre a regalare un aspetto fiabesco ai frutteti, potrebbero aver fatto il miracolo di salvare i raccolti.
“Le micro-irrigazioni nebulizzate infatti creano una cortina protettiva attorno a fiori e gemme, che stabilizza la temperatura interna a contatto con i fiori e attenua gli esiti negativi della ghiacciata. L’effetto igloo ottenuto con questa semplice pratica agronomica protegge la fioritura stagionale ed è un esempio evidente dell’ottimizzazione dell’uso della risorsa idrica, dove proprio ogni goccia è garanzia di reddito per gli operatori del settore e tutela del nostro cibo, non solo in estate, per contrastare la siccità, ma tutto l’anno. Da parte del Consorzio c’è il massimo impegno a garantire la continuità della fornitura. Durante il trattamento infatti il flusso di acqua deve rimanere costante e senza interruzioni, per evitare conseguenze ancora peggiori. Il vero problema? E’ estendere la possibilità di utilizzo della risorsa a tutta la Valdichiana, come chiedono da anni a viva voce il nostro ente e le organizzazioni professionali agricole dell’area”, spiega l’ingegner Lorella Marzilli, caposettore Irrigazione del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.