In campo due squadre composte da sei uomini, “armati” di escavatori cingolati con testa trinciante, mini-escavatori, trattori con verricello e rimorchi.
Il Consorzio 2 Alto Valdarno ha schierato risorse umane e meccaniche all’altezza della situazione e dell’obiettivo: migliorare le condizioni di sicurezza dell’Arno, in uno dei tratti più popolosi e urbanizzati del Valdarno.
“Sotto i ferri” è infatti la porzione dell’asta fluviale che si sviluppa a valle del ponte di Montevarchi fino all’immissione del Torrente Vacchereccia. In tutto sei km di lunghezza e un’area di circa 225.000 mq compresa tra i comuni Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini.
L’intervento rientra nella maxi operazione voluta e in gran parte finanziata dalla Regione Toscana, più nota come “piano tagli”, e prevede l’esecuzione di lavori strategici per favorire il regolare deflusso delle acque e la dinamica fluviale, attraverso la movimentazione del materiale accumulatosi sul fondo alveo.
Da qualche giorno, lungo il fiume, ferve l’attività sotto la supervisione dell’ingegner Beatrice Lanusini, referente di zona del Consorzio.
“Il progetto prevede la rimozione completa della vegetazione arbustiva ed arborea presente sulle barre sedimentate. Il motivo è semplice: con l’andare del tempo, all’interno dell’alveo, nel tratto rettificato del fiume, a valle della Diga di Levane, si sono formate delle barre, per la tendenza del corso d’acqua ad erodere, scavando nei propri sedimenti. Su queste barre si è consolidata una fitta vegetazione arbustiva ed arborea, ormai dotata di robusti apparati radicali, che devono essere rimossi per permettere la libera movimentazione del materiale alluvionale ad opera delle correnti di piena, indispensabile per riattivare la dinamica di alveo e mitigare così la tendenza all’erosione delle sponde”.
Occorre di fatto creare le condizioni perché l’Arno, con la sua attività, possa tornare a “rimodellarsi”. E per farlo bisogna eliminare il fitto reticolo di radici che ha contribuito a compattare gli accumuli.
“Si procede in modo graduale step by step, con taglio a raso delle alberature e rimozione delle ceppaie, partendo dalle più grosse e da quelle, per la loro posizione, più facilmente interessate dalle piene ordinarie. Tutto questo con una selezione attenta e ponderata, per la conservazione degli habitat naturali, dei corridoi e ecologici e del corretto ombreggiamento del corso d’acqua. Rispetto per la flora e la fauna che popolano il corso d’acqua, ma non solo: il piano punta sulla sostenibilità a 360 gradi, attraverso lo sviluppo della filiera fiume/legno/energia: la biomassa asportata mediante tagli infatti sarà in parte riutilizzata a fini energetici”, aggiunge Lanusini e avverte: “I cittadini vedranno i residui dell’intervento accumulati in alcuni punti del territorio: si tratta di depositi temporanei. Il materiale, grazie alla collaborazione del comune, che ci ha concesso la disponibilità della superficie, vengono accatastati per poi essere rimossi e conferiti nel rispetto delle normative vigenti”.
Ben dodici le barre di differenti dimensioni, presenti all’interno del tratto valdarnese dell’Arno, sottoposte al taglio a raso della vegetazione e successiva rimozione delle ceppaie.
“I lavori sono ripresi il 9 gennaio in corrispondenza delle due barre più a valle. In questo momento è in corso il taglio delle alberature sulla barra in prossimità dell’immissione con il Torrente Vacchereccia e della barra a monte della traversa Enel entrambe nel Comune di San Giovanni V.no. Poi proseguiranno verso monte”, conclude Lanusini.
“Il piano tagli, voluto dalla Regione Toscana e realizzato dal Consorzio 2 Alto Valdarno su diversi tratti dell’Arno, è un’operazione straordinaria e fondamentale per migliorare la dinamica fluviale e, con essa, la sicurezza del territorio attraversato dal fiume. I lavori proseguono a ritmo intenso e interessano tutto il Valdarno, dal versante fiorentino al versante aretino, per un importo complessivo di 850.000 euro”, ha commentato la Presidente del CB2 Serena Stefani.