“Il sistema della bonifica c’è ed è vitale, organizzato e solidale”, dice la Presidente Serena Stefani, annunciando il ritorno di mezzi e uomini del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno inviati in Emilia Romagna, insieme ai colleghi degli altri consorzi toscani.
Oggi sono già impegnati nel controllo dei corsi d’acqua “di casa loro”, ma fino a ieri sera erano all’opera nella regione confinante per tentare di allontanare l’acqua che ancora invade una buona parte del territorio.
Sono l’ingegner Enrico Righeschi e il dottore forestale Matteo Rillo Migliorini, due giovani e preparati professionisti destinati dalla organizzatissima ed efficiente macchina messa in azione e coordinata da ANBI Emilia Romagna e dai Consorzi di Bonifica locali per ripristinare condizioni di sicurezza e di vivibilità.
Sono stati impiegati nell’innovativo e straordinario esperimento di far funzionare il Canale Emiliano Romagnolo al contrario, un’operazione unica programmata e realizzata in tempi super rapidi, che ha richiesto una costante attività di vigilanza.
A loro, nello specifico, è stato chiesto di monitorare la tenuta e la funzionalità delle opere durante la fase di inversione delle portate verso Bondeno e il Po sul tratto di circa 30 km, compreso tra Galliera e Granarolo/Budrio.
Il monitoraggio è stato fatto muovendo a piedi lungo i coronamenti arginali del CER e, in parte, utilizzando la sofisticata tecnologia impiegata nella regolazione del Canale.
“Di fronte al disastro dell’Emilia Romagna – spiega Stefani – i consorzi di bonifica, con il coordinamento e l’organizzazione di ANBI, la loro associazione, hanno saputo mobilitare un autentico esercito di risorse umane e materiali, che si sono mosse in modo rapido ed efficiente. Voglio ringraziare i nostri dipendenti per essersi messi subito a disposizione. E’ un bell’esempio di collaborazione, che fa emergere l’importanza dell’attività svolta dal sistema consortile. Un’attività di solito poco appariscente, incentrata soprattutto sulla manutenzione ordinaria e sulla prevenzione, oltre che sulla realizzazione e gestione di impianti per la distribuzione collettiva dell’acqua. Il sistema, dotato di professionalità qualificate e di mezzi e strumenti idonei, dimostra però di sapersi strutturare per fronteggiare ogni tipo di emergenza. Particolarmente importante il ruolo di ANBI Emilia Romagna che in pochissimo tempo ha organizzato un’unità specializzata raccogliendo e catalogando mezzi, pompe, attrezzature e uomini da mettere a disposizione dei territori più colpiti che, a loro volta, hanno provveduto e continuano a dirottare le risorse nei punti di maggiore criticità”.
Oggi che il CER è tornato alla sua funzione originaria, perché, ironia della sorte, nelle aree sfuggite all’alluvione, si torna ad avere bisogno dell’acqua per coltivare, l’ingegner Righeschi e il dottor Rillo sono tornati al lavoro di sempre: la manutenzione e la sorveglianza del reticolo del comprensorio Alto Valdarno. Con un’esperienza umana e professionale che non dimenticheranno.
“Siamo fieri di essere stati coinvolti e anche minimamente utili nel corso di questa attività che ha permesso per un periodo di limitare i danni e laminare le piene. Abbiamo apprezzato l’organizzazione dei colleghi e l’accoglienza del Consorzio CER e del Consorzio della Bonifica Renana, che hanno saputo gestire mezzi e uomini provenienti da fuori regione e ci hanno aiutato a inserirci all’interno del loro staff, cosa non semplice in un momento di emergenza e con tecnici e operai con esperienze professionali diverse alle spalle. Vedere queste tragedie da vicino tocca profondamente e poter dare una mano ci è parso il minimo”, dicono Righeschi e Rillo.
“E’ con orgoglio che abbiamo dato un contributo a una situazione così delicata e abbiamo partecipato a un esperimento così importante che si è rivelato prezioso. Dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno resta ampia la disponibilità di fornire ai colleghi della vicina Emilia Romagna altri aiuti e sostegni”, commenta il Direttore Generale Francesco Lisi.