Non ci sono chance per uno dei due esemplari di roverella, cresciuti lungo le sponde del Vingone, a monte dell’attraversamento della strada per Monteripaldi nel comune di Arezzo, che sarà abbattuto. L’altro sottoposto a una drastica “cura”, invece, potrebbe cavarsela.
E’ questo il verdetto dell’esperto, al quale il Consorzio 2 Alto Valdarno ha affidato il “caso” delle piante malate, individuate e segnalate dai tecnici dell’ente nel corso della regolare attività di monitoraggio del torrente.
A prima vista instabili e precarie, tanto da rappresentare una potenziale minaccia per la sicurezza del ponte sottostante e delle vicine abitazioni, le loro condizioni di salute sono apparse subito delicate.
Immediatamente sono stati avviati i “consulti”, per mettere a punto la terapia più adeguata ed efficace. L’esperto interpellato, dopo le necessarie indagini di laboratorio e valutazioni, ha fornito una diagnosi seria e, con essa, la sentenza: per uno dei malati sarà necessario “staccare la spina”.
Interamente avvolta dall’edera, con una base di 1,20 m e un’altezza che supera i 24, la secolare roverella, piegata di 40 gradi, infatti, rappresenta un pericolo per persone e cose.
L’inclinazione del fusto verso il ponte, attraversato ogni giorno da veicoli e persone e al lato del quale corre un metanodotto; lo sviluppo asimmetrico della chioma; l’apparato radicale in gran parte esposto, danneggiato, decomposto e circondato dal terreno dilavato dal torrente, insieme ai risultati degli esami strumentali, non lasciano spazio a dubbi: i difetti strutturali e morfologici riscontrati contribuiscono a definire un quadro di massima gravità e attribuiscono all’esemplare un rischio di caduta e schianto molto alto. La situazione è severa al punto da rendere vano ogni intervento di risanamento per cui il consiglio dell’esperto è stato di procedere in tempi stretti con l’abbattimento. Il Consorzio si è immediatamente attivato ed ha programmato l’intervento che, autorizzato dal Genio Civile Valdarno Superiore, condizioni meteorologiche permettendo, sarà eseguito nei giorni compresi tra il 21 e il 26 ottobre, da una ditta specializzata, con l’impiego di gru e piattaforma aerea.
Leggermente meno grave seppure complesso il quadro clinico della seconda roverella, alta 23 metri con un diametro di 88 cm e un’età di circa 60 anni, che per ora potrà rimanere dov’è, a patto che venga sottoposta a un’accurata manutenzione e a un periodico controllo visivo. Per ridurre il suo livello di pericolosità, il Consorzio dovrà intervenire per eliminare i monconi di rami e branche diseccati, alleggerire la chioma, selezionare i nuovi getti, eliminare ed asportare i rampicanti che ricoprono. Una terapia d’urto che, almeno all’inizio, forse ne peggiorerà l’aspetto, ma che, alla fine, dovrebbe consentire un netto miglioramento della sua stabilità.
“L’operazione è resa necessaria – spiega Serena Stefani, Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno – per mantenere in efficienza e funzionalità le opere idrauliche: un crollo o uno schianto improvviso infatti potrebbero compromettere le arginature, ostruire il ponte e creare danni alle opere idrauliche. L’intervento risulta inoltre improntato a cautela per l’incolumità pubblica in quanto le piante sottoposte a manutenzione sono situate in prossimità di un attraversamento di viabilità pubblica e al quale si attesta un ramo di metanodotto. La decisione è stata assunta con massima cautela e nel pieno rispetto dell’ambiente, consultando il parere di un esperto che ha attentamente valutato le condizioni di salute drammatiche di un esemplare e la gravità dell’altro”.
Per consentire di completare l’intervento in sicurezza, dal 21 al 26 ottobre, dalle ore 8 alle ore 18, un tratto di strada comunale in loc. Le Pietre all’altezza del civico n. 14 rimarrà chiuso al traffico veicolare, come stabilito dall’ordinanza del comune di Arezzo.