Complici una sconfinata maleducazione e un diffuso malcostume, il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno spesso si trova, suo malgrado, ad assolvere la funzione di “spazzino”.
Durante l’intervento di manutenzione ordinaria di alcuni tratti del Torrente Faltognano, del Fosso della Monaca, del Fosso di Liena , del Fosso delle Selve, del Torrente Ocano o del Fosso di Montegiovi, è venuto a “galla” di tutto: oggetti di ogni dimensione, abbandonati nell’alveo e lungo le sponde, nascosti e intrappolati tra la vegetazione.
Il taglio dell’erba e degli arbusti, programmato per ripristinare il regolare deflusso delle acque e per monitorare eventuali situazioni di dissesto delle opere, ha portato alla luce una sorta di mini discarica abusiva, concentrata principalmente nel tratto del Torrente Faltognano, a monte della strada comunale di Cafaggio, nel comune di Capolona (AR).
La brutta (e inattesa!) sorpresa ha rischiato di rallentare l’operazione di restyling del corso d’acqua.
“Il Consorzio ha immediatamente contattato il comune di Capolona, che si è reso disponibile ad inviare i propri operai, per coadiuvare le operazioni di raccolta e rimozione dell’immondizia rinvenuta lungo il torrente”, spiega il Presidente del Consorzio Alto Valdarno Paolo Tamburini. “Il tempismo della risposta ha consentito la rapida conclusione dell’intervento. I rifiuti, prevalentemente domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e civili abitazioni, sono stati raccolti e sistemati in un’area delimitata, per essere indirizzati allo smaltimento. Sono stati inoltre programmati altri due giorni di raccolta per rimuovere i rifiuti inizialmente ricoperti dalla vegetazione e non visibili ad occhio nudo. Non possiamo che ringraziare il comune, che, in questa occasione, si è adoperato per risolvere con noi un’emergenza, con cui il Consorzio si deve confrontare sempre più di frequente. Stessa sensibilità l’abbiamo riscontrata ad Arezzo, dove, per il recupero dei rifiuti nei fiumi, il CB2 ha sottoscritto uno specifico protocollo di intesa con il Comune. Ma non sempre fila tutto liscio. A volte si assiste a un estenuante rimpallo di responsabilità che finisce per complicare e rallentare i lavori di sistemazione idraulica. La situazione – aggiunge ancora il Presidente – si è ulteriormente complicata in seguito all’introduzione di norme più stringenti per la selezione e il conferimento dei rifiuti, che, paradossalmente, hanno incentivato la cattiva abitudine dell’abbandono. Tanto che, sulla questione, ha ritenuto opportuno intervenire anche la Regione Toscana, con l’adozione di una delibera di giunta che cerca di chiarire compiti, responsabilità e modalità operative per la raccolta e lo smaltimento dei materiali rinvenuti dentro e lungo i corsi d’acqua. Uno strumento particolarmente utile e importante per regolare in modo trasparente il rapporto tra Consorzio, comuni e gestori del servizio”.