La giornata mondiale della biodiversità al CB2 si festeggia con l’introduzione del manuale di buone pratiche per il contenimento della vegetazione.
Lo strumento innovativo, che consente di realizzare “tagli personalizzati” e poco invasivi, è l’ultimo tassello della strategia adottata dall’ente per coniugare le esigenze di mitigazione del rischio idraulico alla tutela degli ecosistemi fluviali. Il vademecum operativo, condiviso in ambiente universitario, consentirà di rendere ancora più “green” la manutenzione ordinaria effettuata dal Consorzio sul reticolo di gestione. Area di test iniziale sarà la Valdichiana.
“Il documento – spiega la Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno – analizza gli interventi di riduzione del rischio idraulico previsti dal progetto di manutenzione ordinaria. Per ciascun corso d’acqua è stata elaborata una scheda in cui, dopo una breve descrizione generale del contesto ambientale e delle caratteristiche ecologiche, si forniscono specifiche indicazioni per la realizzazione degli interventi previsti dal piano delle attività, soprattutto quanto le operazioni vengono effettuate nel periodo marzo-giugno, quello più delicato dal punto di vista ambientale. L’obiettivo è di ridurre gli effetti negativi sull’avifauna nidificante e, più in generale, sulla biodiversità, tenendo conto anche delle indicazioni fornite dalla Regione Toscana con la DGRT 1315/2019. In alcuni casi si prevede addirittura il trasferimento di pesci, il trasloco di uova di anfibi e la conservazione di sedimenti per creare vere e proprie banche semi da riposizionare al termine dell’operazione”
“Il manuale parte da suggerimenti di carattere generale – aggiunge il Direttore Generale del CB2 Francesco Lisi – per scendere poi nel dettaglio dei vari corsi d’acqua che, a volte, richiedono modalità di intervento diverse a seconda dei tratti. L’aspetto interessante è che le buone pratiche utilizzate a salvaguardia della fauna si rivelano utili anche nella difesa idraulica. Un esempio? Conservare, dove possibile, una copertura vegetale serve a garantire l’ombreggiatura dell’acqua e, di conseguenza, ad evitarne l’eccessivo riscaldamento, a limitare al suo interno l’abbassamento di tensione dell’ossigeno e a ridurne l’evaporazione. In questo modo non si alterano le condizioni chimico-fisiche che potrebbero avere riflessi negativi su numerosi processi ecosistemici e influenzare lo sviluppo della vegetazione acquatica, degli insetti e degli invertebrati che rappresentano la base alimentare per molte altre specie, tra cui numerosi uccelli. Non solo. Il mancato ombreggiamento favorisce lo sviluppo in alveo di vegetazione idrofita ed elofita, che, più della vegetazione arborea e arbustiva presente lungo le sponde, può ridurre significativamente la capacità di deflusso del canale e favorirne l’interrimento, creando le condizioni per il deposito dei sedimenti trasportati dalla corrente”.
“L’adozione dell’abc delle buone pratiche non è che uno dei tanti progetti promossi dal CB2 per migliorare l’ecologia del reticolo e, con esso, del territorio. Un percorso avviato da tempo dando la priorità all’utilizzo dell’ingegneria naturalistica per realizzare nuove opere e interventi di ripristino su molti corsi d’acqua, soprattutto nelle aree più delicate e fragili come quelle montane”, aggiunge Stefani e commenta: “Alcuni dei numerosi lavori realizzati nel nostro comprensorio sono innovativi e portati ad esempio a livello nazionale. Tra questi ricordo il restyling del Gardone, realizzato in collaborazione con il professor Federico Preti dell’Università di Firenze, oggetto di studio nel corso di specializzazione dedicato alla gestione della vegetazione riparia che si concluderà a fine maggio”.
E che il Consorzio sia un fan convinto dell’approccio naturalistico alla gestione dei corsi d’acqua è testimoniato anche dalla recente adesione all’AIPIN, l’Associazione italiana per l’ingegneria naturalistica.