IL CANALE MAESTRO DELLA CHIANA

Primo ad essere siglato in Toscana, uno fra i pochi in Italia ad avere  un Consorzio di Bonifica capofila.

Il Contratto di fiume  Canale Maestro della Chiana è stato indicato come un vero e proprio modello da seguire, al workshop, organizzato dall’Osservatorio nazionale dei Contratti di Fiume, svoltosi  il 22 maggio a Milano.

In occasione del primo monitoraggio dei “patti” volontari, siglati dalle comunità locali per riqualificare i territori fluviali, la Regione Toscana ha tracciato il  quadro della situazione, riepilogando i progetti in cantiere, prima di sfoderare il suo asso nella manica: l’accordo sottoscritto a Cortona lo scorso  14 dicembre da 42 partner,  che interessa  circa 20 chilometri di asta fluviale, compresi tra il ponte di Valiano (che insiste sul Comune di Montepulciano) e il nodo di Cesa (nel Comune di Marciano della Chiana) e coinvolge un’area compresa tra i sette comuni della Valdichiana Aretina e Senese.

Coordinata dal Consorzio di Bonifica Alto Valdarno, in collaborazione con Hydrogea Vision,  e arrivata in porto dopo  un  percorso fortemente condiviso, con l’obiettivo di riqualificare l’ambiente delle aree adiacenti al corso d’acqua, attraverso una valorizzazione del territorio, delle produzioni agroalimentari e dell’offerta turistica, l’iniziativa   è stata illustrata nel dettaglio ai partecipanti,  riuniti, nel capoluogo lombardo, per  una prima ricognizione  dei “patti”, in termini di qualità, di efficacia e di stato di avanzamento.

Soddisfazione del Presidente Paolo Tamburini che commenta: “ siamo i primi in toscana, e fra gli 11 contratti di fiume a livello nazionale, a giungere alla firma grazie all’esperienza maturata durante un anno di lavoro con 42 stakeholders pubblici e privati. Un record questo che la Regione Toscana ha saputo valorizzare”.

Il Consorzio ha partecipato attivamente alla giornata di lavoro, contribuendo con i suoi tecnici a predisporre il format delle schede per il monitoraggio dello stato di avanzamento dei “patti fluviali”; inoltre, proprio per le caratteristiche intrinseche dei contratti di fiume, ha richiesto l’inserimento di Anbi   quale partner dell’Osservatorio nazionale dei contratti di fiume

 

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