Operai al lavoro lungo l’Arno, previa comunicazione della ditta esecutrice alla Prefettura, per completare l’intervento di manutenzione che, complessivamente, ha interessato sette comuni, tre nel versante fiorentino (Rignano sull’Arno, Reggello, Figline Incisa Valdarno) e quattro (San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Montevarchi, Laterina Pergine Valdarno), nel versante aretino.
Nonostante l’emergenza sanitaria, l’attività del Consorzio 2 Alto Valdarno quindi procede e va avanti, con l’obiettivo di concludere in tempi stretti uno dei lotti più significativi della maxi-operazione di contenimento delle piante, presenti in alveo e lungo le sponde del fiume, voluta e in parte finanziata dalla Regione Toscana: un intervento importante ai fini della sicurezza idrogeologica dell’intera vallata, in cui sono stati investiti quasi 545 mila euro.
Appena ultimato il contenimento sulla sponda sinistra del fiume, in località Leccio a Reggello, uomini e macchine si sposteranno nel Valdarno Aretino per effettuare il recupero e la rimozione del materiale già tagliato e accatastato nei punti autorizzati, all’interno del perimetro dei comuni di San Giovanni, Montevarchi e Terranuova Bracciolini: aree che saranno definitivamente ripristinate e messe in sicurezza, prima della chiusura del cantiere.
“L’intervento decollato nel mese di dicembre 2019 è ormai in fase di conclusione – spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, responsabile del Consorzio 2 Alto Valdarno per l’area valdarnese -. I tagli sono stati programmati ed eseguiti secondo le linee guida regionali per coniugare la mitigazione del rischio idraulico e la riqualificazione fluviale con la tutela delle fasce tampone boscate e la conservazione degli ecosistemi presenti. In ogni zona si è cercato di mantenere la diversificazione strutturale della vegetazione, di favorire le specie autoctone e quelle più flessibili, soprattutto nei pressi dell’alveo. Il taglio selettivo è stato accuratamente studiato per mantenere un buon livello di biodiversità, con l’asportazione di piante morte, deperite, attaccate da patogeni, pericolanti o poco radicate e, quindi, di possibile ostacolo al regolare deflusso delle piene. Gli arbusti sono stati eliminati solo nei punti in cui potevano costituire un reale ostacolo alla circolazione idrica o creare sbarramenti. Il materiale legnoso derivante dai tagli, temporaneamente accatastato in sicurezza in punti opportunamente individuati, sarà ceduto alla ditta che si occupa dell’intervento e che scorporerà il valore del materiale rilevato dal conto presentato al Consorzio per l’esecuzione dei lavori”.
“Nelle prossime settimane, concluderemo uno degli importanti interventi programmati dal Consorzio sull’Arno, il più significativo dei 3 lotti che compongono il cosiddetto piano tagli nella provincia aretina, operazione strategica per migliorare la sicurezza idraulica, ma anche di elevata sostenibilità economica e ambientale e di sostegno allo sviluppo della filiera locale bosco/legno/energia. La biomassa asportata mediante i tagli verrà infatti riutilizzata a fini energetici direttamente sul territorio”, spiega Serena Stefani, Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno. E aggiunge: “Il Consorzio ha riorganizzato l’intera attività nel rispetto delle disposizioni governative. Dove è possibile, quindi ha deciso di continuare la sua azione di manutenzione e prevenzione nell’interesse dei cittadini. Anche la ditta a cui è stato affidato questo intervento, prima che esplodesse il COVID 19, ha potuto proseguire il suo lavoro, perché rientra tra le attività autorizzate e perchè, in analogia con le precauzioni e i provvedimenti assunti dal nostro ente, si è dimostrata in grado di garantire tutti i presidi e le modalità operative necessarie per la tutela della salute dei dipendenti”.
Grande attenzione nella realizzazione del piano tagli lungo questo tratto di Arno è stata posta anche all’ambiente. E la Presidente tiene a sottolinearlo: “L’intera operazione è stata portata a termine salvaguardando la biodiversità: le lavorazioni, ormai in fase di conclusione, sono state condotte su tratti limitati e in modo alternato sulle due sponde per non interferire con la presenza fauna nidificante”.