E’ in dirittura d’arrivo il piano tagli, il maxi intervento di contenimento della vegetazione presente nell’alveo e sulle sponde dell’Arno, voluto dalla Regione Toscana e realizzato dal Consorzio 2 Alto Valdarno nella vallata, dove sono stati investiti oltre 850 mila euro.
Il lotto di lavori da 200 mila euro, che ha interessato l’argine leopoldino nei comuni di San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini e Montevarchi, è ormai concluso.
Agli sgoccioli anche il pacchetto di interventi programmato, oltre che nel versante fiorentino del Comprensorio 2 Altovaldarno, nel tratto di asta fluviale compreso tra San Giovanni Valdarno a Laterina Pergine Valdarno. Restano da risolvere piccole e circoscritte criticità; nel frattempo è in corso la rimozione del materiale tagliato e accatastato in alcuni punti del territorio interessati dai lavori. Complessivamente un’operazione da 545 mila euro, interamente realizzata con finanziamenti regionali, che ha interessato entrambe le sponde per una lunghezza di 17 km, con la quale si sono migliorati i tratti urbani dell’Arno dal punto di vista idrogeologico, oltre che estetico e funzionale. Ma non solo.
Il “make up” del fiume si porta dietro un ulteriore vantaggio: la sostenibilità economica del progetto, attraverso lo sviluppo della filiera “made in” bosco-legno-energia. La biomassa asportata infatti sarà conferita all’impresa che ha eseguito la manutenzione, di conseguenza la valorizzazione economica del materiale si tradurrà in interventi aggiuntivi!
Ed eccoci all’ultimo lotto di lavori, quello che ha come obiettivo la movimentazione delle barre di sedimenti accumulatisi nel tempo all’interno del letto del fiume.
Dodici le barre di varie dimensioni oggetto dell’operazione, concentrata soprattutto sui 6 km che si sviluppano a valle del ponte di Montevarchi fino all’immissione del torrente Vacchereccia, su un’area di 225.000 mq compresa nel triangolo Terranuova Bracciolini-Montevarchi-San Giovanni Valdarno.
Le squadre operative, partite il 9 gennaio, in corrispondenza delle due barre più a valle, si sono dirette verso monte passando per l’abitato di San Giovanni fino a raggiungere l’immissione del Borro al Quercio, per arrivare all’area alle spalle dell’ospedale alla Gruccia, dove sono attualmente impegnati.
“I lavori – spiega l’ingegner Beatrice Lanusini, responsabile di area del settore difesa del suolo del Consorzio 2 Alto Valdarno –, sono in corso e proseguono con il via libera della Regione Toscana e l’adozione di misure specifiche e straordinarie per il rispetto dell’habitat fluviale. In seguito ad attente valutazioni affidate ad esperti, si è ritenuto evitare la temporanea sospensione dell’intervento e il successivo ritorno sul posto dei mezzi d’opera, che avrebbero certamente arrecato maggior disturbo all’avifauna. In considerazione dell’entità e delle caratteristiche delle lavorazioni residue che interessano tratti brevi e limitati, si è pertanto preferito procedere, adottando tutte le precauzioni possibili. In particolare sono state impartite disposizioni precise e straordinarie proprio a tutela della nidificazione: nel corso delle operazioni infatti le squadre in azione sul fiume dovranno prestare la massima attenzione alla presenza di nidi ed escludere le zone limitrofe da ogni attività. Il Consorzio vigilerà sul rispetto scrupoloso delle indicazioni fornite”.