Lui si chiama Nicola Doni, docente universitario di professionale, artista per passione. Da quando ha scoperto il tratto dell’Arno che scorre in Casentino, lo ha scelto per le sue incredibili e singolari performance.
Qui dove l’acqua è cristallina, le sponde sono ben curate e non mancano massi e pietre di tutte le forme e le dimensioni, costruire opere mettendo in equilibrio i sassi con il solo aiuto della fantasia e della forza gravitazionale è ormai diventata per l’artista giramondo una piacevole consuetudine. Tra l’altro apprezzatissima dagli abitanti della vallata e dai turisti che si fermano incantati ad osservarlo e poi decidono di mettersi alla prova.
Un hobby curioso e particolare che ha finito per contagiare in tanti.
“Per qualcuno è una forma d’arte seppure effimera, in realtà, è una tecnica di meditazione che affonda le sue radici nella millenaria cultura Zen. Si chiama stone balancing ed è un ottimo strumento per ritrovare se stessi. L’obiettivo è di far sperimentare ai partecipanti questa tecnica in modo da esercitare pazienza, concentrazione, sensibilità ed equilibrio per raggiungere un benessere fisico e mentale”, spiega Nicola che gravita intorno alla Fraternità di Romena, dove da anni don Luigi Verdi lavora su questi temi.
“Far conoscere questa attività e le mille altre che si possono svolgere lungo i corsi d’acqua – commenta la Presidente del Consorzio 2 Alto Valdarno Serena Stefani, che ha organizzato l’evento – è il modo migliore per riavvicinare l’uomo al fiume. Allo stesso tempo, il laboratorio è un’occasione per valorizzare con opere effimere un angolo di Pratovecchio da poco recuperato dalla collaborazione tra il Consorzio, il Comune e le associazioni di volontariato Civitas, Pescatori Casentinesi e PratoVeteri. E’ inoltre l’occasione per far conoscere e lanciare il contratto di fiume che sta nascendo su questo tratto dell’Arno”.
In molti hanno partecipato al laboratorio, a caccia di un equilibrio con le pietre che parte dall’equilibrio con se stessi.