54 anni fa, l’alluvione. L’acqua all’improvviso si è impadronita di Firenze e ha devastato un’ampia fetta del territorio toscano, infierendo con particolare violenza contro il Casentino e il Valdarno.
Ieri i drammatici eventi di allora sono stati ricordati in un maxi summit webinar (causa COVID 19) a cui hanno partecipato importanti ospiti, tra i quali il sottosegretario Roberto Morassut (Ministero Ambiente); Angelo Borrelli, capo della protezione civile nazionale; il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani; l’assessore all’ambiente Monia Monni; i Segretari dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale Massimo Lucchesi e dell’Appennino Centrale Erasmo D’Angelis, il sindaco di Firenze Dario Nardella: interventi di taglio diverso per un confronto a 360 gradi sul tema della sicurezza idrogeologica.
Nell’occasione si è parlato del prezioso ruolo svolto dai Consorzi di Bonifica nella difesa idrogeologica con un focus particolare sui tre Consorzi, l’Alto, il Medio e il Basso Valdarno, che operano lungo l’asta dell’Arno.
Il Presidente di ANBI Toscana Marco Bottino, nel suo intervento, ha riepilogato la peculiarità svolta da ogni ente, a cominciare dal Consorzio 2 Alto Valdarno, che nel suo territorio ospita l’origine del fiume.
Una costante manutenzione realizzata con cadenza annuale lungo tutto il corso, “gentile” nel tratto iniziale per non alternare il delicato e prezioso equilibrio ambientale; un piano tagli, che ha portato, a cavallo tra il 2019 e il 2020, a migliorare la funzionalità idraulica lungo l’intera asta, dal Casentino al Valdarno, con un investimento complessivo superiore ai 2,2 milioni di euro; un intervento di manutenzione straordinaria nel tratto urbano di San Giovanni Valdarno dove, con un’operazione da oltre 1 milione di euro, si sta tamponando una grave erosione in riva destra: sono gli ingredienti della terapia messa a punto dal Consorzio 2 Alto Valdarno per ridurre il rischio idraulico e idrogeologico nel suo comprensorio.
“Oggi, grazie anche alla cura del Consorzio oltre ai numerosi interventi strutturali messi a punto dalla Regione Toscana nel corso degli anni, il fiume fa meno paura ed è tornato ad essere amato e vissuto dai cittadini, come dimostrano le numerose e partecipate iniziative con cui il CB2, insieme a tanti partner, è riuscito a riportare i cittadini sulle sue sponde, da Pratovecchio Stia, dove nasce ed è poco più di un torrente, fino a Rignano sull’Arno dove acquista le dimensioni e l’aspetto che tutti conoscono”, ha commentato Serena Stefani, Presidente dell’ente.