Eccolo il Tevere prima e dopo la “cura”. Siamo in località Bulciano, nel comune di Pieve Santo Stefano.
La grave erosione presente è stata rapidamente sistemata e con essa è stata restituita maggiore sicurezza a un’area particolare e delicata dove insistono terreni agricoli, case e infrastrutture viarie strategiche.
Là, dove le piene dello scorso inverno avevano pesantemente danneggiato la difesa di sponda, il primo stralcio dei lavori, programmati dal Consorzio 2 Alto Valdarno nel Piano delle Attività di Bonifica 2023, è stato completato in questi giorni.
“Si è reso indispensabile un ringrosso spondale e il reinserimento di massi ciclopici, il cui posizionamento e dimensionamento è stato verificato in base alle massime portate di questo tratto del Tevere, il tutto annegato e ammorsato nella sponda ricostruita, utilizzando il materiale reperito sul posto per garantire efficienza e naturalità”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi, referente della Unità Idrografica Omogenea Valtiberina del settore difesa idrogeologica dell’ente.
Chiaro l’obiettivo: frenare l’erosione spondale che stava coinvolgendo la zona dove il fiume si incunea tra la E45 la SS Ex Tiberina 3bis e lambisce abitazioni e campi coltivati.
L’operazione di messa in sicurezza di beni immobili e cittadini adesso prosegue. A Pieve Santo Stefano infatti i lavori continueranno con il ripristino di due briglie danneggiate sul Fosso del Ranco, in pieno centro abitato.